14 vette in 7 mesi
A soli 30 anni ha meravigliato tutto il mondo, scalando le 14 vette più alte della Terra in meno di 7 mesi.
Prima di lui, la stessa impresa non era mai stata realizzata in meno di 8 anni.
Nato in un piccolo distretto del Nepal nel 1983 da una famiglia umile, e cresciuto in un’area pianeggiante, Nirmal Purja non ha nelle gambe molta esperienza come alpinista: è solo a 18 anni che scopre la sua passione per la montagna, grazie a un addestramento speciale per il combattimento in alta quota prima nei corpi speciali nepalesi, poi nelle truppe d’élite dell’esercito britannico.
La forte passione lo spingerà, pochi anni dopo, a lasciare la carriera militare e la sicurezza economica per dedicarsi esclusivamente all’alpinismo.
Nonostante sia criticato da un certo alpinismo più tradizionalista, che è restìo all’utilizzo dell’elicottero per gli spostamenti o dell’ossigeno sopra i 7500 m, Nims ha sicuramente la capacità di ispirare le masse. Tanto da diventare protagonista di un documentario su Netflix e del libro che racconta la sua impresa “impossibile”.
Nirmal Purja e i suoi accompagnatori hanno completato la corona degli Ottomila in soli 6 mesi e 6 giorni nella missione “Project Possible 14×7”.
Hanno cominciato in Nepal dall’Annapurna, toccato la vetta del Dhaulagiri, raggiunto la sommità del Kanchenjunga, e poi Everest, Lothse, Makalu. In Pakistan hanno scalato Narga Parbat, Hidden Peak, Gasherbrum II, K2, Broad Peak, Cho Oyu e Manaslu.
L’unico ritardo è stato accumulato in Tibet, perché le autorità non hanno concesso facilmente il permesso ad ascendere lo Shisha Pangma, negli ultimi anni diventato sempre più pericoloso.
Che cosa lo ha portato così in alto? Facciamo rispondere a Reinhold Messner, leggenda dell’alpinismo: “Nims non ha solo un’eccezionale resistenza fisica: è un leader con grandi capacità nella gestione economica e nell’organizzazione logistica.”
Foto: Wikimedia Commons, Martin Jernberg
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