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Lezioni di vita e di leadership dagli All Blacks
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Iocap - People Empower Business / Spunti e Riflessioni  / Lezioni di vita e di leadership dagli All Blacks
James Kerr Niente teste di c***

Lezioni di vita e di leadership dagli All Blacks

Il titolo di questo libro, in lingua originale, è “LEGACY”, e cioè “EREDITÀ”.
Sì, Legacy, perché “l’eredità fa più paura degli avversari”, recitano in Nuova Zelanda.
“Gli atleti attuali giocano per quelli che li hanno preceduti, ma giocano anche per gli All Blacks che devono ancora nascere”.

I Neo Zelandesi sono positivamente ossessionati riguardo all’eredità che lasciano alle generazioni a venire, ed è per questo che James Kerr, coach di grandissima esperienza che ha seguito anche gli All Blacks, ha voluto riportare, in questo libro, i 15 punti su cui si basa la “mentalità” AB.

Nel giocare per gli altri e non per se stessi, e nella legacy da lasciare, si parte da una cosa che molti “guru” non penserebbero proprio, e cioè: “pulisci gli spogliatoi”.

Pensiamo alle nostre aziende. Quante persone in azienda occupano sale riunioni per incontri di lavoro e le lasciano poi in disordine, con bicchieri sporchi sul tavolo, sedie girate, appunti buttati lì, carte di caramelle e quant’altro? Ecco, tutte queste persone, se giocassero a rugby, per quanto bravi e ben dotati tecnicamente e fisicamente, non diventerebbero mai un All Black.
Perché poi gli AB, finiti 80 minuti di fatica sul campo, dopo aver fatto il debriefing sulla partita e dopo aver festeggiato, sistemano gli spogliatoi.
Perché è una questione di mentalità: “Ti insegna a non aspettarti le cose pronte. Non è previsto che qualcuno faccia il lavoro al posto tuo. Se nella vita segui una disciplina personale sarai più disciplinato in campo.”.
La disciplina è la base di una mentalità vincente e se non ce l’hai, non giochi negli AB.
E la disciplina è quella che ti porta a non essere una “testa di cazzo”, che è il sesto punto dei 15 di cui si parla nel libro, e che è stata la scelta (che non approvo!) della traduzione del titolo nella versione italiana, ma che non vi spoilero altrimenti vi toglierei il gusto. ?

Legacy (preferisco di gran lunga il titolo inglese), è un libro che, rugbysti o meno, vi può dare grandissimi spunti di riflessione.
Se vi aspettate cose fantasmagoriche, questo libro non fa per voi. Ma se volete cose semplici, efficaci, per le quali ci vogliono “solo” volontà e coraggio per poterle mettere in pratica e, mettendole in pratica, miglioreranno le vostre organizzazioni, questo libro sarà un ottimo compagno di coperta, tisana e divano durante le vacanze di Natale.

Qui potrete trovare idee su tantissime cose: dalla leadership al lavoro di team, dall’apprendimento continuo alla pressione da gestire… tutto in rigoroso stile All Blacks, che è uno stile vincente per natura. Anche se perdono – perché sono umani – e possono perdere, gli AB rimangono vincenti dentro.

Questo è un libro utile anche per una propria autoanalisi. Punto per punto, dovremmo sempre farci alcune domande: e io, come mi posiziono rispetto a questo fondamentale? Come lo gestisco? Cosa posso migliorare? Cosa devo fare per migliorare?

Beh…buona lettura, e buone “risposte”, e…Buon Natale! ?

 

Enrica Quaglio

James Kerr ha lavorato come coach per le forze speciali statunitensi e britanniche, i team di Formula 1, gli equipaggi dell’America’s Cup, i manager della Premier League e molte aziende: da Google a PayPal, da Vodafone a Dyson, da HSBC a Roche, da Red Bull a Unilever, da Shell a Boeing. I suoi insegnamenti sono utili per tutti coloro che vogliono ottenere il massimo da se stessi e raggiungere il successo.

P.S.: siccome però io, a livello internazionale, dopo l’Italia, pur con la massima ammirazione per la Nuova Zelanda, tifo per il Sudafrica, vi consiglio anche un libro di scorta che si chiama “Ama il tuo nemico”, di John Carlin, testo di fortissimo impatto che racconta di come sia riuscito Nelson Mandela, tramite il rugby, ad unire una Nazione nella quale si era appena concluso, dopo decenni, l’Apartheid, il regime politico e sociale di segregazione razziale. Il rugby, sport per il quale il Sudafrica è famoso in tutto il mondo, era praticato e seguito solo dalla minoranza bianca sudafricana (circa 4,5 milioni di persone di origine boera ed inglese), mentre la maggioranza, composta da coloured e black (allora circa 40 milioni), seguiva il calcio. La visione strategica di Mandela, e la perfetta execution avvenuta durante la Coppa del Mondo del 1995, giocata proprio in Sud Africa, ha fatto sì che un paese, si ritrovasse finalmente unito sotto un’unica maglia, quella degli Springboks, la Nazionale di rugby sudafricana, senza più divisioni di colore della pelle.
Oggi il Capitano degli Springboks è Siya Kolisi, nero, sposato con una ragazza bionda da cui ha avuto due bimbi che sono un mix perfetto di due persone che sono diventate simbolo di un Sudafrica unito e rinnovato grazie agli ideali e all’esempio di un uomo coraggioso e Leader visionario, che oggi sarebbe orgoglioso e felicissimo della trasformazione avvenuta, un po’ anche grazie al rugby, nel suo paese.
Se Mandela è riuscito in un’impresa di tale grandezza, cosa ci può spaventare di quanto ci sarebbe da fare nelle nostre aziende? Buona lettura… ?

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