La Palestra delle Emozioni
In questo momento più che mai si sottolinea l’importanza di mettere al centro delle attività di business le persone. Ma che cosa significa? Quali aspetti delle persone dobbiamo considerare? Sicuramente possono esserci più risposte a questa domanda, ma noi oggi ci focalizziamo su ciò che rende le persone tali e che impatta le loro performance professionali: le loro emozioni.
Le emozioni esistono e hanno una componente biologica e neurologica. Alla loro nascita, qualcosa di straordinario accade nel nostro cervello e nel nostro corpo. Si manifestano in diverse forme, spesso in modo inconsapevole, ed essendo legate al pensiero, alla percezione della realtà e degli altri, influenzano qualsiasi relazione, decisione e comportamento. A livello professionale, le emozioni possono essere un vero e proprio booster, se si è in grado di riconoscerle e di dominarle. Per questo sviluppare la capacità di identificare le emozioni e di capire come rispondervi senza cadere in trappole cognitive rappresenta un passo determinante verso il raggiungimento degli obiettivi di business.
E quando parliamo di emozioni, non ne escludiamo nessuna. Non esistono emozioni “cattive”, ma svolgono tutte una fondamentale funzione adattiva: tutte le emozioni sono legittime. La chiave è allenarsi a identificare i diversi stati emotivi in modo da capire da cosa sono provocati e riuscire così ad attuare il comportamento più appropriato.
Perché è fondamentale a livello lavorativo e, soprattutto, manageriale? Perché, come ci insegna Ashkanasy, le emozioni impattano le nostre organizzazioni a più livelli – dall’inconsapevolezza individuale al clima emotivo generale, passando per le relazioni interpersonali e la leadership – e pertanto non possiamo ignorarne l’esistenza. Soprattutto in un periodo come quello attuale in cui tutti vivono forti e numerose emozioni: come possiamo mettere le persone al centro di ciò che facciamo se non ci prendiamo cura dei loro stati emotivi?
La pandemia ci pone davanti a nuove sfide, anche emotive. E l’osservazione, l’ascolto attivo, l’empatia, l’analisi del contesto, ci permettono di non trascurare il lato umano che fa la differenza in termini di motivazione e performance.
Voi come affrontate le emozioni di colleghi e collaboratori?
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