Sete di Positivo
Negli ultimi mesi abbiamo vissuto una pandemia che ci ha costretto a cambiare le nostre abitudini, le nostre organizzazioni, le modalità di interazione con gli altri. Abbiamo letto sui giornali e sentito molto da vicino tanta gente lamentarsi: è vero, abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo un momento drammatico, ma perché non fare un passo indietro e cercare di capire quali aspetti di questi cambiamenti possono avere un risvolto positivo?
Un tema molto attuale è quello della scuola e di tutte le modifiche che per la sicurezza sono state implementate. È vero sarà diverso, è vero comporta capacità di adattamento – da parte di adulti e ragazzi – ma non per questo sarà negativo. Avete mai pensato che per esempio indossando la mascherina (o come hanno sperimentato con successo in Giappone la visiera) oltre che essere protetti dal contagioso Covid anche le altre malattie ed altri germi potrebbero essere ostacolati? Ricordiamo le classi – soprattutto dei più piccoli – dimezzati per colpa di un raffreddore? Magari quest’anno saremo tutti un po’ più in forma.
Anche la didattica a distanza non è stata apprezzata da tutti. È vero, non permette di interagire come eravamo abituati, ma cosa può aver insegnato agli studenti? Pensiamo agli sforzi che si fanno per insegnare l’inclusione di tutti: spesso lavorando in presenza includere un soggetto poteva essere frainteso con “fisicamente è qui con noi”, ma includere una persona a distanza? Come sentire la presenza a distanza se non parlando? Magari qualche ragazzo è stato spronato a fare qualche domanda in più e a includere un compagno di scuola nel vero senso della parola in mancanza di quella fisicità che prima riempiva il posto accanto.
O ancora “Come stai?”. Spesso una domanda retorica, che però ora in tante occasioni è stata caricata del suo vero significato: interessarsi agli altri e alla risposta. Forse abbiamo imparato ad ascoltare un po’ di più e a non dare per scontata la risposta a questo interrogativo che non è più di convenienza.
Gel disinfettante, corse al bagno per lavarsi le mani appena entri in casa, in ufficio, al ristorante: ora lo si fa per il virus, ma non è una vecchia e sana buona abitudine? Forse non tutti i mali vengono per nuocere. Forse qualche regola imposta può in realtà essere un richiamo a una responsabilità comune.
Da un sistema di lavoro rigido alla consapevolezza e promozione di un lavoro smart e agile, da ostacoli tecnologici all’imparare a comunicare efficacemente anche a distanza, dal dare per scontati molti aspetti umani alla costruzione di relazioni di fiducia, dal non vedere mai i propri figli ad avere il tempo e la modalità per gestire la propria work-life balance.
Sicuramente non siamo una società perfetta, sicuramente i processi e i sistemi hanno ampio margine di miglioramento, ma in tutto ciò la nostra capacità di metterci in gioco e di dare il proprio contributo sono la base per il futuro che vorremmo.
Riflettere sui lati positivi e sulle nuove opportunità, e apprezzare gli sforzi altrui sono primi passi importanti.
Avete guardato il vostro bicchiere? Fate in modo che sia pieno, per il bene di tutti noi.
Gaia Urati
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